Dall’aprile 2021 l’India si trova ad affrontare la più grave emergenza sanitaria della sua storia. Il Covid19 con la variante indiana ha messo in ginocchio un sistema già fragile in cui la carenza di posti letto e dell’ossigeno necessario per trattare i tanti malati gravi determina previsioni a tinte fosche. Le ragioni di tale incremento le spiega molto bene Giovanna Chioini su “Internazionale“:

Le cause della drastica risalita, secondo gli esperti, sono attribuibili sia alla circolazione di una nuova variante più contagiosa sia al mancato divieto di festival religiosi, che hanno richiamato migliaia di pellegrini poco attenti alle misure di distanziamento e all’uso della mascherina, sia al proseguimento delle campagne elettorali in diversi stati della federazione, come per esempio nel Bengala Occidentale, dove milioni di persone si sono dirette ai seggi senza adottare precauzioni.
Ora il Governo cerca di accelerare la campagna vaccinale da un lato e sembra più propenso ad accettare aiuti internazionali (partiti da USA, Gran Bretagna e UE). Non occorre avere proprietà divinatorie per capire come il Subcontinente si avvia a vivere giorni e settimane di assoluta emergenza. La popolazione è impaurita e le immagini che riprendono decine di pire tradizionali per la cremazione a cielo aperto dei cadaveri non fa che aumentare la sensazione di drammaticità.
Confidare nelle assodate e riconosciute capacità di resilienza del popolo indiano non basta. Per questa ragione Care&Share ha accolto l’appello alle ONG e ha attivato una campagna di primo e pronto intervento a favore dei bambini e delle famiglie dei nostri programmi colpiti dal virus e messi in quarantena, delle comunità costrette a vivere segregate e dei centri di assistenza al collasso.